Per decenni, i “cookie”, piccoli frammenti di codice memorizzati nei nostri browser, che permettono ad un annuncio di perseguitarti da un sito all’altro dopo aver visitato un negozio virtuale, hanno controllato e seguito ogni nostro movimento sul web, ma il loro tempo potrebbe essere finito.
Qualche settimana fa Google, infatti ha annunciato che presto interromperà del tutto il monitoraggio della navigazione web delle singole persone per scopi pubblicitari eliminando dal proprio browser Chrome, i cookie di terze parti. Secondo il colosso, il futuro della pubblicità su internet, sino ad ora basata sul tracciamento individuale della cronologia dei browser, allargherà i suoi confini, puntando ai gruppi di utenti e a quanto questi interessi a questi ultimi in un dato momento.
Data l’importanza di Google nel mondo della pubblicità e il suo controllo sul browser web più popolare al mondo, ben si comprende come l’azienda abbia il potenziale per determinare il funzionamento della prossima generazione di tecnologia pubblicitaria, e ben si comprendono le preoccupazioni di sostenitori della privacy e altri operatori del settore, che hanno avanzato idee diverse su come dovrebbe svolgersi il futuro, e i primi movimenti politici che cercano di limitare, elaborando nuove normative, il predominio dell’azienda sul futuro dell’advertising digitale.
Ma cosa intende Google parlando di interessi dei gruppi? Per cercare di capirlo abbiamo provato a pensare al funzionamento degli annunci di Facebook, che vengono gestiti in base agli interessi (relazioni, gruppi, like ecc). L’ipotesi è che la cronologia Internet, archiviata nel proprio browser o sul proprio dispositivo, venga condivisa secondo le impostazioni dell’utente, che avrebbe quindi la possibilità di scegliere quali informazioni condividere.
Questo nuovo approccio, che non traccerebbe direttamente la cronologia di navigazione, dovrebbe migliorare la privacy degli utenti e spaventare di meno, mantenendo inalterata la capacità di offrire agli inserzionisti un pubblico di riferimento ben definito a cui indirizzare la pubblicità.
Sarà vero? In realtà tutto dipende dal modo in cui verranno progettati i controlli a disposizione dell’utente. Sarà possibile disattivare la condivisione di tutti i dati? Gli utenti potranno scegliere quali tipi di dati condividere con gli inserzionisti? I controlli saranno semplici da individuare e usare per tutti?
Sono tante le domande che restano in sospeso e non crediamo che Google si immolerà quale cavaliere al servizio dei consumatori, sceso per tutelare la privacy dei navigatori di internet! Staremo a vedere! 😀